programma:
bastione nord > SARA MAINO
installazione
performance > h 19.00
bastione centrale > TIZIANO POPOLI
installazione
live elettronics > h 20.00
bastione sud > PATRIZIO MIMIOLA
improvvisazioni acustico collettive > h 18 – 22
corte d’onore > SATAN IS MY BROTHER
installazione
Il programma di Portobeseno Festival 2024:
Bastione nord
Reti del discorso
Di Sara Maino.
Ore 17.00-23.00, installazione sonora per radio d’epoca, speaker e lana.
Ore 19 (durata 30 minuti) performance collettiva.
L’installazione si propone di creare un dialogo tra persone di epoche diverse, offrendo un simposio sulla vita e sulle esperienze dentro e fuori il castello di Beseno. Si basa su 20 anni di ricerca di Portobeseno sulla storia orale del Trentino, concentrandosi sui legami con la terra, la comunità e i luoghi cari.
L’allestimento consiste in un insieme di radio d’epoca, restaurate da Giorgio Valle di Calliano, e di un intreccio di fili di lana colorati e di speaker. I dispositivi trasmettono una composizione sonora di voci d’archivio, una rete metaforica e tangibile che trae ispirazione dalle installazioni “Memoria di lingua e feste” (2005), “Udire-Ascoltare” (2006) e “Lasciare tracce” (2007-08). Inoltre, fa riferimento agli archivi “Lagarina Sonora” (2008), e ai laboratori didattici “Narrare il Territorio” (2009-2011, 2014-2017), “Chiavi di Memoria” (2012) “La Casa delle Storie” (2013), sviluppati in collaborazione con l’Istituto Comprensivo Alta Vallagarina e con le scuole primarie di Besenello, Calliano e Volano.
L’installazione, ambientata nella Casa delle Guardie, trasforma lo spazio in un ritrovo in cui i partecipanti visibili e invisibili discutono della vita. Le conversazioni, trasmesse dalle radio, trattano argomenti come la forza, l’amore e le connessioni con la comunità e l’ambiente circostante. Ispirata al concetto del Simposio di Platone, l’installazione sottolinea il ruolo vitale della condivisione di idee e del dialogo tra generazioni. In sostanza, immagina come sarebbe se muri, piante e oggetti potessero parlare, riportando in vita i suoni e le voci che un tempo li hanno riempiti o attraversati.
Utilizzando l’archivio di Portobeseno, l’installazione cerca di animare questi strati storici di voci e suoni, offrendo un’esperienza dinamica e un senso del passato. In un’epoca dominata dai media incentrati sul presente, questo lavoro testimonia la conservazione e il riconoscimento della memoria collettiva, sottolinea il suo ruolo nella sopravvivenza e nell’arricchimento delle culture, esprime il valore delle storie condivise come chiave per la comprensione e la relazione reciproca.
Utilizzando l’archivio di Portobeseno, l’installazione cerca di animare questi strati storici di voci e suoni, offrendo un’esperienza dinamica e un senso del passato. In un’epoca dominata dai media incentrati sul presente, questo lavoro testimonia la conservazione e il riconoscimento della memoria collettiva, sottolinea il suo ruolo nella sopravvivenza e nell’arricchimento delle culture, esprime il valore delle storie condivise come chiave per la comprensione e la relazione reciproca.
Bastione centrale
Mnemosine – A memory Machine
Di Tiziano Popoli.
Ore 17 – 23, installazione sonoro/performativa per 16 registratori a nastro, loops.
Ore 20, live electronics.
Il nastro magnetico è stato uno dei supporti analogici a memoria magnetica più diffusi del secolo scorso. Utilizzato sia dai registratori a bobine che da quelli a cassette, esso ha rappresentato per molto tempo la modalità più diffusa per memorizzare qualsiasi evento sonoro. Questo dispositivo ha avuto un successo planetario, anche se si tratta di un supporto per sua natura fragile, instabile e soggetto a un fenomeno, detto smagnetizzazione, che consiste nella perdita progressiva delle informazioni contenute in esso. Il nastro, nel tempo, tende a degradare le sue caratteristiche e a perdere il suo contenuto elettrico: si cancella, dimentica. Molte generazioni hanno affidato ai registratori magnetici la memoria di fatti, situazioni ed eventi, ma ora essi, resi obsolescenti dalle tecnologie digitali, giacciono muti nelle cantine, nei mercatini dell’usato, o sono abbandonati nelle discariche, alla stregua di tanta altri dispositivi elettrici ed elettronici desueti.
In scena sono posti 16 magnetofoni amatoriali. Queste macchine leggono senza soluzione di continuità degli anelli di nastro magnetico di lunghezze diverse contenenti suoni, rumori, voci e oggetti sonori trouvés estratti da vecchi nastri. Come un mantra, ogni registratore ripete a intervalli regolari la sua frase mistica. Come pianeti sonori orbitanti, i nastri scorrono e interagiscono tra di loro creando relazioni acustiche in continuo mutamento, in una sorta di autopoiesi meccanicistica, di cosmogonia elettrica. L’idea che si vuole sperimentare è quella di un processo in continuo, lentissimo divenire, che va a determinare una drammaturgia sonora casuale, ogni volta diversa, giocando su una presenza/assenza di beckettiana memoria.
Personificazione mitologica della memoria, Mnemosine appare come madre delle nove muse e figlia di Urano e di Gea. A Livadia, sede del celebrato oracolo di Trofonio, si facevano bere coloro che venivano a consultarlo prima all’acqua del Lete e poi a quella di Mnemosine, perché dapprima dimenticassero ogni pensiero estraneo, e poi conservassero memoria di quel che quivi vedevano e udivano.
La performance conduce all’assemblaggio di una strana macchina sonora che assume un aspetto di imponente fragilità. Dopo una prima fase giocata esclusivamente sulla diffusione sonora dei singoli apparecchi, nella seconda parte il totem di registratori sarà amplificato per ottenere una diffusione più ampia e avvolgente. Nella parte finale della performance aggiungerò contributi musicali live.
Bastione sud
Sotto la torre, fuori e dentro il paesaggio
Improvvisazioni acustiche collettive coordinate da Patrizio Mimiola, ore 17.00 – 23.00.
I musicisti invitati proporranno improvvisazioni e dialoghi sonori scaturiti dal dialogo con il luogo che li ospita.
Il mastio di Beseno, situato in fondo al percorso di visita, possiamo definirlo come la torre fondante del castello, l’architettura più antica. Dagli spalti del bastione sud si può ammirare il grandioso paesaggio offerto dalla Vallagarina e percorrendo a piedi pochi metri avere la possibilità di risalire con lo sguardo la profonda valle del Rio Cavallo / Rosspach verso Folgaria.
Passeggiando sulle mura ci si accorge che il paesaggio visivo è fortemente collegato a quello sonoro, con il traffico autostradale e le attività umane che compongono un complesso mosaico di suoni. Percorrendo interamente la balconata i suoni mutano progressivamente fino a offrire l’esperienza sonora di ascoltare distintamente la voce del torrente, quasi trecento metri più in basso.
Il castello di Beseno è stato edificato su una collina che rappresenta un vero e proprio spartiacque visivo e sonoro.
La performance sonora collettiva sarà dedicata alla dualità di questi sensazioni e ispirazioni.
Corte d’onore
How deep can you see?
Di Satan Is My Brother.
Ore 21 – 23, installazione audio visiva.
L’opera si collega tematicamente all’ultimo lavoro discografico realizzato dalla band, unitamente all’utilizzo dell’archivio sonoro delle fonti proposto da Portobeseno ospitato su Archive.org, in particolare quelle legate all’acqua, ruscelli, fontane e pioggia.
“A che profondità puoi andare? Che tipo di immersione riesci a fare? Che pressione puoi sopportare?”
L’installazione ospitata a Beseno è contemporaneamente in dialogo e in contrapposizione con la figura del castello. Si pone in contatto e trae ispirazione dal luogo della Corte d’Onore dove esisteva una fonte di acqua alimentata da un sistema a fune, proponendo anche un up/down tra l’altezza dove è situata la fortezza e la profondità della valle ospita l’acqua del torrente Rosspach.
A cura di Associazione culturale Libera Mente.